“Non siamo soli” è la canzone tratta dall’album del 2016 di Giovanni Caccamo. Una canzone scritta a Gerusalemme, terra ricca di storia e di spiritualità. Pure in situazioni in cui fisicamente ci si trova soli, esiste una relazione che non è quella terrena orizzontale, ma esiste una relazione verticale che è quella spirituale. Di fatto, anche quando siamo soli, alzando lo sguardo, ci rendiamo conto che… non siamo soli!
Andiamo via, altrove
Fuori da qui ho perso il limite
Sorriderei, domani
Osservando il cielo riconosco
la felicità.
Siamo soli tutti i giorni
Non siamo soli
Mani nella notte accese ci sfiorano.
Siamo soli tutti i giorni
Non siamo soli
Voleranno sguardi al cielo
Senza lacrime
Aspetterò, magari
Che dal confine mi riportino dov’eri tu
Cancellerei distanze avverse
Queste paure
Se il mio dolore avesse un senso
Mi sorprenderei
Siamo soli tutti i giorni
Non siamo soli
Mani nella notte al cielo senza lacrime
Odiare non si può
Amare non lo so
Ma sorridere vorrei
Anche se adesso non ci sei
Buttiamo via il dolore intorno
Domani al tuo ritorno splenderà
Di nuovo un’altra luce
Mani nella notte accese ci sfiorano
A volte può capitare di andare via, allontanarsi, abbandonarsi, non ritrovarsi più, in quel momento però, se cerchiamo Gesù, se sentiamo la sua voce, se quella musica sembra poesia, se riusciamo a capire quel canto sublime, se quell’incontro è un’armonia, ecco che la felicità sopraggiunge e arriva dritta al nostro cuore.
Ci sentiamo soli… ma non siamo soli… perché lui ci è sempre accanto, pronto a stare con noi e ad ascoltare. Stare con lui, vivere con lui è sempre bello, solo con lui si impara a superare ogni difficoltà, ogni ostacolo, ogni sofferenza. Impariamo a stare con Gesù, a immedesimarsi nel suo modo di vivere, perché solo così saremo in grado di portare gioia e amore ovunque e quando ci sarà la consapevolezza di non saper odiare, di saper amare e avere la voglia di sorridere, anche se ci si sente soli, allora sì che la luce splenderà perché “non si è mai soli”.
Può bastare uno sguardo, uno sguardo semplice, profondo e capisci che non sei solo, lui ti guarda e ti ama, ti rassicura, dà senso a tutto, stare con lui rende vivo il desiderio di donarti, ti cattura e lascia dentro di te un battito insistente che non ti turba, ma che vuoi sempre sentire, perché ti libera, ti consola, ti fa sentire unico, ti fa sentire “con lui”. Camminare insieme a Gesù rende coraggiosi, sereni, desiderosi di cercare e di andare, di dare e fare, aumentando sempre di più la voglia di essere con lui.
Durante il cammino di vita spesso si avvertono sensi di abbattimento, ma ponendo fiducia in Gesù e con lui si potrà dominare questa debolezza che viene dal cuore.
Bisogna conoscere se stessi e conoscere Lui perché questo favorirà l’unione intima ed affettuosa con Gesù, unica fonte capace di colmare debolezze, di dare amore e di esaudire ogni desiderio di felicità.
Gesù ci cerca con amore instancabile, cerca il nostro amore e ci colma di Amore, quell’amore che dà senso alla nostra vita, sostiene la nostra fragilità, dà gioia e pienezza ad ogni nostra azione.
Stare con Gesù, lasciarsi accompagnare e soprattutto lasciarsi guardare da Lui riscalda il cuore, tiene acceso il fuoco dell’amicizia con Lui, ci fa sentire che ci è vicino e ci vuole bene.
Se nel nostro cuore c’è il calore di Dio, del suo amore e della sua tenerezza, possiamo essere capaci di riscaldare anche il cuore degli altri.
L’Amore ti attira, ti prende e ti dona agli altri.
Gesù è la felicità dell’uomo. Più si è con Lui e in sintonia con Lui e più si sperimenta la chiamata alla beatitudine, alla felicità, a stare con Lui. Da Gesù si è chiamati a una felicità che rende liberi, per questo bisogna avere il desiderio di cercare la sua presenza, quell’Amore che infonde in ciascuna persona la voglia di diventare santi perché è Gesù stesso che familiarizza con l’umanità. Quindi la via per essere felici è amare.
La vostra felicità non è una “app” che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore. La libertà è un’altra cosa. Perché l’amore è il dono libero di chi ha il cuore aperto; l’amore è una responsabilità, ma una responsabilità bella, che dura tutta la vita; è l’impegno quotidiano di chi sa realizzare grandi sogni! Ah, guai ai giovani che non sanno sognare, che non osano sognare! Se un giovane, alla vostra età, non è capace di sognare, già se n’è andato in pensione, non serve. L’amore si nutre di fiducia, di rispetto, di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo: non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica! (Papa Francesco, Giubileo dei ragazzi).
È l’atteggiamento di chi comprende di non essere solo e di muovere slanci d’amore verso l’Amato. Chi è chiamato non riesce a trattenere lo sguardo… deve andare oltre, oltre il cielo! Uno sguardo proiettato verso l’alto appartiene a chi si sente un cercatore di Dio e che brama dentro di sé l’abbraccio tra Dio e se stesso, tra Padre e figlio, tra cielo e terra. È il viaggio di quell’anima che brama avvicinarsi al suo Creatore. Attraverso questo movimento d’amore si delinea un lavoro personale, che muove anche il cuore, per incontrare Dio e non essere immobilizzati su se stessi, ma avere il cuore e la mente protesi verso l’orizzonte di Colui che sempre ci accoglie e risponde alle nostre necessità.
È proprio vero che Gesù è vicino a tutti! C’entra e centra sempre la vita dell’uomo. Questa certezza rende felici e pieni di coraggio. Il coraggio di essere, di continuare a stare con Gesù; il coraggio di portare l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo; il coraggio di testimoniare che tenere viva la presenza di Gesù in se stessi significa allontanare la solitudine e fare spazio… non essere soli. Io sono con voi fino alla fine del mondo (Mt 28,20), quindi la sua presenza è certa, Gesù c’è, ha dichiarato a ciascuno il suo immenso amore, un amore straordinario e folle. È proprio Lui che, non lasciando solo nessuno, può colmare ogni fragilità, peccato, dubbio… è una presenza sicura e forte.
contributo a cura dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni – CEI